Furlo era uno gnomo, abitava nel bosco di Fantagrista, una terra che si trova su quella linea dove il cielo ed il mare si incontrano. La sua famiglia viveva lì da ben 100 generazioni, fin da quando Agrista, eroe che diede il nome a quella terra, riuscì a conquistarla. Quella di Furlo era una vita fatta di cose semplici, bacche e funghi per sfamarsi, folletti da tenere a bada e un lavoro dignitoso, quello che da sempre era appartenuto alla sua famiglia, era il sarto del bosco.
Furlo era famoso in tutta Fantagrista per le sue confezioni eleganti e colorate, la sua bottega si trovava appena prima delle terre dei Porri Maturi, gli antichi rivali che 100 generazioni prima il valoroso Agrista era riuscito a sconfiggere con astuzia e magia. La bottega di Furlo si trovava proprio al centro di un enorme Salice Piangente, su ogni ramo che scendeva giù erano appesi una miriade di tessuti dai colori dei mondi che le Fate, sue eterne collaboratrici, avevano visto negli universi visitati.
Quello di Furlo era il Salice più grande di tutta Fantagrista, in così tanto tempo si erano accumulati sui suoi rami migliaia e migliaia di tessuti e al suo interno ben 50 gnomi vi operavano, senza contare le decine e decine di Fate che entravano ed uscivano in continuazione. La più grande paura di Furlo, dopo aver ritrovato la vecchia foglia di Quercia sulla quale Agrista aveva annotato le sue memorie, era che il suo Salice, per il troppo peso costretto a sopportare durante gli anni, all'improvviso si spezzasse, finendo erroneamente per cadere, anche solo con la punta di una foglia, nelle terre dei Porri Maturi.
Gli scritti di Agrista, nonostante l'usura del tempo e le piogge che ogni anno colpiscono Fantagrista nei mesi invernali, erano ancora molto chiari: i patti con Agroporro, gnomo generale capo dell'esercito dei Porri Maturi, erano che se anche solo con un ramo, una foglia, un bottone, uno spillo delle terre di Fantagrista fossero caduti al di là del confine, i Porri Maturi si sarebbero ripresi tutto quello che gli antenati di Furlo avevano così faticosamente conquistato.

Passavano i mesi e il nome di Furlo diventava sempre più famoso in quelle terre incantate, gli ordini crescevano e il nostro gnomo non aveva più tempo neanche per guardare negli occhi la sua Crisilla, che ogni giorno lo aspettava inutilmente con la cena sul tronco.
Un giorno Crisilla, stanca di vedere il suo innamorato deperire sotto la fatica del lavoro, decise di andargli a portare la cena in bottega. Lungo il tragitto ragionò sul fatto che effettivamente non era mai stata sul Salice del marito, e proprio mentre tentava di immaginarselo ci si trovò sotto. Crisilla non poteva credere ai suoi occhi, una quantità infinita di colori le riempivano lo sguardo, non riusciva a contare, a quantificare quanta stoffa pendesse da quei rami, e cominciò a camminarvi attraverso, lasciandosi accarezzare il volto dalle sete verde smeraldo che pendevano dai rami più bassi.
Era talmente estasiata da tutta quella magia che non si accorse minimamente della Fata che le stava piombando addosso con almeno 10 mantelli per Unicorno tra le mani! Con uno schianto incredibile Crisilla si ritrovò a terra, con il viso completamente ricoperto del succo di mirtilli della cena di suo marito che, petrificato, non riusciva a darle una mano per rialzarsi.
Era rimasto immobile, con gli occhi spalancati e la bocca aperta in una smorfia di terrore, completamente rapito dallo scintillìo del cucchiaino che, nello scontro, era finito proprio lì, oltre il confine.
In pochi minuti il panico invase l'intero popolo del Salice ed in men che non si dica tutta Fantagrista si raccolse insieme a loro. Erano tutti fermi, in attesa di non si sà che cosa, forse di un gesto, di una parola di uno di quegli abitanti, che dall'altra parte del confine, li osservavano sogghignando...


TO BE CONTINUED

Sere