GIALLOSANMARINO

Quando due vasi, piccoli, corti ma molto capienti, quando questi due vasi non ce la fanno più a resistere alle crepe per la troppa acqua, a questi due vasi che succede? ...SCHIATT'N...




La porta d'Oriente

Mi dicono che sono assente in questi giorni, mi chiedo come si possa non esserlo... 




Non sono solo i posti, non sono solo i profumi, non è solo l'idea. E' la sabbia che ti si appiccica addosso, è l'odore della salsedine che si insinua tra i capelli e che vorresti non se ne andasse mai, è la terra rossa, rossa come il tramonto visto dal finestrino della macchina tornando a casa, rosso come l'alba che rischiara vista da un faro sul mare, è la terra rossa che sale dai piedi, che profuma di libertà, sceglie le insenature più nascoste del tuo corpo e della tua mente per nascondersi, perchè tu non possa lavarla via con una doccia...

Sono le mani che ti accarezzano nelle notti bollenti, quando un ventilatore gira solo aria bagnata ma vorresti non finisse mai, sono gli sguardi che cambiano, che tornano acqua, sono le risate ritrovate, perse chissà quando e chissà dove, è la cassa toracica che senti stretta, troppo stretta per contenere quel cuore che ti sta scoppiando dentro...
Dimenticare i nomi, le forme, le abitudini, volersi adagiare a tutti i costi su una realtà troppo fittizia, troppo breve, troppo dolorosa poi da lasciare ma che ti intrappola, ti ubriaca, ti  ammalia, ti copre gli occhi con la sua polvere colorata e pesante, e tu senti che è tutto vero, ti senti a casa, tu che non ne hai mai avuta una...


e ti abbandoni, non decidi tu di rompere il muro ma lo senti che si sgretola sotto le tue dita, lo vedi mescolarsi con la stessa terra che ti sta sorreggendo, e ridi, ti viene solo da ridere, di gusto, una risata grassa, folle, che non finisce mai, una risata liberatoria che si porta via tutti i mattoni del muro faticosamente costruito, finalmente...
e poi il ritorno, inesorabile, col corpo solo... Tenti disperatamente di riprenderti la mente ma lei non vuole tornare, è rimasta lì, sta continuando a pulsare sul ritmo dei tamburi, vuole ancora essere bagnata da quell'acqua leggera che finge di scivolare via, in realtà ti lascia addosso un velo di sale che ti secca la pelle. Questo è il Salento, leggero, ammaliante, profumato, ma non ti lascia quando vai via, la terra ha scelto i suoi posti dentro di te per restare, gli occhi ne sono troppo pieni per lasciare quei colori, è un ritorno lento, al quale apaticamente ti abbandoni, un giorno alla volta... 
Ma solo di giorno, perchè la notte è tua,  la notte nessuno ti guarda, la notte decidi tu.

Sere



RAMON

Sicuramente bravissimo Daniele Silvestri in concerto Sabato sera a Pescara:



 Più affascinante e ammaliante è stato con la sua risata contagiosa,il suo caldo colore e la gioia che emana dalle sue simpatiche "cicce" Jose Ramon Caravallo Armas,meglio conosciuto come Ramon,
percussionista Bandabardò ritrovato piacevolmente con Daniele!! CHE MERAVIGLIA!!!

       love _mArì

Io sono Africa

Tamburi, piedi scalzi, terra rossa, urla di gioia, preghiere, spiriti, alberi sacri, tamburi, ancora tamburi, sempre tamburi. La notte, sempre tamburi, vado avanti così da mesi, mi sveglio stanca, sudata, con la schiena a pezzi e i piedi dolenti. Sto impazzendo, devo dirlo a qualcuno, ma a chi? Vado dallo psicologo e gli dico “Salve, io da mesi la notte vado in Africa a fare dei riti di cui non conosco la natura e poi la mattina mi sveglio nel mio letto con i piedi sanguinanti, secondo lei che cos’ho?” No, non mi sembra una grande idea. Questo succede ad isolarsi, complimenti Ilaria, sei proprio una cretina, passi una vita dietro una scrivania, china sui libri, mani di inchiostro e testa di carta, che ti aspettavi? Ti sei esaurita, era scontato, ovvio, anzi, ci hai messo anche troppo tempo. Che scegli di fare adesso? Dentro quale libro vuoi rifugiarti? Quale personaggio inesistente vuoi scegliere di essere? Devi spegnere questa cavolo di testa almeno una volta nella tua vita ed imparare ad agire, scrivere le azioni non è come farle, scrivere di amare non è come fare l’amore. Sogni l’Africa? Vai in Africa, datti una spiegazione, vivi la tua vita, esci dal guscio, scrivi un libro ispirato da un’esperienza realmente vissuta.
Tamburi, piedi scalzi, terra rossa, urla di gioia, preghiere, spiriti, alberi sacri, tamburi, ancora tamburi, sempre tamburi. Basta, parto. Lo fanno tutti, posso farlo anch’io, le operazioni sono semplici, banca – prenotazione biglietto – valigie – aeroporto, lo fanno tutti, posso farlo anch’io. Aspetta, ragiona, cosa dici a tua madre, non puoi dirle che vai in Africa, le prenderebbe un colpo, esci dal quartiere solo per fare la spesa figuriamoci come reagirebbe alla notizia che la figlia sfigata, che inciampa quotidianamente nei tre gradini davanti casa decide di andare in Africa… Ok, è facile, ho un convegno di una settimana su nuove tecniche di scrittura a Milano, si, può andare, parto.


Tamburi, piedi scalzi, terra rossa, urla di gioia, preghiere, spiriti, alberi sacri, tamburi, ancora tamburi, sempre tamburi. Basta, mi alzo, in questa cazzo di capanna si muore, ma come mi è venuto in mente?! Cosa sono questi rumori? Tamburi?


Mi lascio portare, si sono tamburi, mi ritrovo sotto un albero gigantesco, alla luce della luna sembra brillare, ci sono danzatori tutto intorno, hanno gli occhi chiusi, sembrano in trance, sotto l’albero c’è il più anziano di tutti, lui non balla, sussurra strane parole soffiando su un miscuglio di foglie e terra in una ciotola sulle sue gambe. Si ferma, sorride senza aprire gli occhi, poi mi guarda, mi fa cenno di avvicinarmi, lo seguo come rapita, non so cosa mi sta accadendo, le mie gambe vanno da sole, mi offre la ciotola, la porto al naso…


Tamburi, piedi scalzi, terra rossa, urla di gioia, preghiere, spiriti, alberi sacri, tamburi, ancora tamburi, sempre tamburi. Non è un sogno, sono io che ballo, sono io che suono, sono i miei piedi che sanguinano sulla terra rossa, è la mia carne che si piega al potere dell’albero sacro, sono le mie labbra che pronunciano parole diventate familiari. La penna non la ricordo, la scrivania non mi appartiene, io sono albero, sono terra, sono il fiume dove pesco, la pioggia che mi bagna, sono gli spiriti che mi proteggono, le foglie che mi curano, io sono Africa, io sono a casa.

Sere 



DISCORSO DI CHIUSURA,DELIRIO...

...MERAVIGLIOSO VINICIO ...




Ci provo,
non è assolutamente facile poter raccontare una favola con tanto di stella cadente allo spegnersi delle luci.
Assolutamente più difficile riportare il susseguirsi di emozioni che si sono alternate con l'accendersi dei proiettori,ci vorrebbe "lu Rum"...
Ieri sera ho conosciuto un cantastorie ,
uno di quelli autentici,
uno di quelli che trovi solo sui libri ,
di quelli con la MAGIA.
Una magia di parole e musica,
non solo,
personaggi,voci,suoni,atmosfere che albergano nella sua testa e tira fuori con tutta la sua semplicità, 
E' L'UOMO VIVO !
Trasuda genialità in gesti ancestrali,come uno sciamano esorcizza il suo pubblico invitandolo alla GGGGgioiAAA!!!
Solca l'Oceano nel ventre di un'arca, a caccia di una balena per 1 doblone d'oro attaccato alla gamba d'osso del suo pianoforte.
Come Ulisse tentato dal canto delle sirene Marinetti,
avvinto dalla Madonna delle conchiglie,
"arrivata restituita dal mare,senza carte,
senza la scorta,senza permesso,
senza passaporto...."
ma in "un messaggio d'inchiostro nero nero
8 braccia per abbracciarti,
tentacoli senza tentazione...,"
questo è proprio polpo d'amore!




_marì con immensa GGGGIOIAAA!!!!!

Era un merlo rosso e cantava solo per se
ma poi un giorno m'ha vista piangere
e le mie labbra avevano da bere
solo lacrime turbo diesel nere

Le vie del centro sono un brulicare
C'è una ragazza che vanno a festeggiare
C'era una rosa che stava per morire, e un merlo rosso vedendola che fa
Prende una spina, su di lei si china
e col suo sangue le toglie la rovina
la porta in dono a una ragazza pazza, che aveva perso gli occhi in una nottataccia

Le lacrime dell'inferno servono a qualcosa
nutrono la terra, fan crescere una rosa
Guardatela è tornata, ha gli occhi sopra il viso
la rosa nelle mani le riportò il sorriso
Le riportò il sorriso

Era un merlo rosso e cantava solo per se
ma poi un giorno m'ha vista piangere
e le mie labbra avevano da bere
solo lacrime turbo diesel nere

Ha visto una rosa piegata su di se
si è rotto il petto per portarla a me
e ora che il cielo non ha più niente di storto, non ci può volare perchè ormai è morto

La notte è fredda, non ha una giacca
Io sto sull'onda, lui sta nella risacca
Ma quando dall'inferno lo sento cantare
mi prende un sorriso che mi fa lacrimare

Le lacrime dell'inferno servono a qualcosa
nutrono la terra, fan crescere una rosa
Guardatela è tornata, ha gli occhi sopra il viso
la rosa nelle mani le riportò il sorriso
Le riportò il sorriso 


Sere

Sere

_mARì

_mARì

Lettori fissi

vi tengo d'occhio

supertelegattoneeee........

supertelegattoneeee........
MIAOOOOOOOOO

KIKO KE DORME!!!!

KIKO KE DORME!!!!

SarettaH

SarettaH

Navar e Fil

le Lo' .....

le Lo' .....

Santa Cazzara

Santa Cazzara
SANTA CAZZARA glamour (ma nana) da Val Gina PROTEGGICI da là giù.......

così non ci provi per niente.... ^0^.....

Creative Commons License
Queste opere sono pubblicate sotto una Licenza Creative Commons. Prendi,copia,falla girare ma non ti scordare di linkare...

contatore