Della Valle: "Il problema della Fiat è Marchionne"
15 settembre 2012
Diego Della Valle e Sergio Marchionne
Duro
affondo del patron di Tod's contro i vertici del Lingotto: "Fanno le
scelte più convenienti per loro, senza curarsi degli interessi del
Paese". Montezemolo si dissocia: "Parole inaccettabili"
Duro attacco di Diego Della Valle,
patron della Tod's nei confronti dell'ad di Fiat Sergio Marchionne e
della famiglia Agnelli. Il terreno dello scontro è la Fiat e le scelte
industriali del Lingotto, che ha 'congelato' il progetto Fabbrica Italia.
In una lunga nota il patron di Tod's non usa mezzi termin: "Il vero
problema della Fiat non sono i lavoratori, l'Italia o la crisi (che
sicuramente esiste): il vero problema sono i suoi azionisti di
riferimento e il suo amministratore delegato". E, ancora: "Sono loro che
stanno facendo le scelte sbagliate o, peggio ancora, le scelte più
convenienti per loro e i loro obiettivi, senza minimamente curarsi degli
interessi e delle necessità del Paese. Paese che alla Fiat ha dato
tanto, tantissimo, sicuramente troppo". Fino all'affondo finale. "E'
bene comunque che questi 'furbetti cosmopoliti' sappiano che gli
imprenditori italiani seri, che vivono veramente di concorrenza e
competitività, che rispettano i propri lavoratori e sono orgogliosi di
essere italiani, non vogliono in nessun modo essere accomunati a
persone come loro".
Di fronte all'attacco, durissimo, che mette nel mirino non solo Marchionne, ma anche la famiglia Agnelli, l’amico Montezemolo prende le distanze. "Espressioni come quelle usate da Diego sono assolutamente inaccettabili e non dovrebbero mai far parte di una dialettica tra imprenditori", mette nero su bianco in una nota di replica. "Di tutto abbiamo bisogno in questo momento, ma non di polemiche che non appartengono alla cultura imprenditoriale e che fanno male al Paese", aggiunge Montezemolo.
Ma anche l'ex presidente e Ad di Fiat Cesare Romiti, interpellato dall'Adnkrono, mette in primo piano le presunte responsabilità dei vertici Fiat: "Quando un'azienda automobilistica interrompe la progettazione vuol dire che è destinata a morire. Uno dei principali colpevoli è il sindacato assente che, tranne la Fiom, non hanno fatto nulla" per contrastare le scelte del management.
Intanto il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ribadisce che chiederà al Lingotto "tutti i chiarimenti" su Fabbrica Italia. Non parla di Italia invece lo stesso Sergio Marchionne che dagli Usa se la prende contro "i colleghi tedeschi, sordi sul nodo della sovracapacità produttiva in Europa", mentre riconosce alla Bce di avere allentato i timori di una catastrofe in Europa.
Di fronte all'attacco, durissimo, che mette nel mirino non solo Marchionne, ma anche la famiglia Agnelli, l’amico Montezemolo prende le distanze. "Espressioni come quelle usate da Diego sono assolutamente inaccettabili e non dovrebbero mai far parte di una dialettica tra imprenditori", mette nero su bianco in una nota di replica. "Di tutto abbiamo bisogno in questo momento, ma non di polemiche che non appartengono alla cultura imprenditoriale e che fanno male al Paese", aggiunge Montezemolo.
Ma anche l'ex presidente e Ad di Fiat Cesare Romiti, interpellato dall'Adnkrono, mette in primo piano le presunte responsabilità dei vertici Fiat: "Quando un'azienda automobilistica interrompe la progettazione vuol dire che è destinata a morire. Uno dei principali colpevoli è il sindacato assente che, tranne la Fiom, non hanno fatto nulla" per contrastare le scelte del management.
Intanto il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ribadisce che chiederà al Lingotto "tutti i chiarimenti" su Fabbrica Italia. Non parla di Italia invece lo stesso Sergio Marchionne che dagli Usa se la prende contro "i colleghi tedeschi, sordi sul nodo della sovracapacità produttiva in Europa", mentre riconosce alla Bce di avere allentato i timori di una catastrofe in Europa.